giovedì 16 aprile 2009

Un anomalia necessaria in un paese anomalo



Berlusconi un anomalia? Beh, non sarò io a dire il contrario. Però se andiamo ad analizzare il panorama politico italiano dal dopo guerra ad oggi lo possiamo definire normale, europeo, "democratico"? L'Italia non molto tempo fa era prigioniera di una classe dirigente assunta nei salotti del potere (e non) a tempo indeterminato. Al governo il CAF, in parlamento il penta-partito e la cultura di esclusiva competenza della sinistra. Mi ricordo i libri di storia (la loro storia) falsi e spudoratamente di parte. Mi ricordo quella sinistra che fino a ieri negava l'esistenza delle foibe e magari anche del triangolo rosso in Emilia Romagna (ed io sono di Bologna). Insomma un Italia spartita dall'interno tra i soliti noti e ricattata dall'esterno da USA e dall'Unione Sovietica che fomentavano e gestivano quello status quo. Poi arriva la caduta del muro di Berlino, arriva Tangentopoli ... ma l'Italia avrebbe avuto le carte in regola per un autentico rinnovamento politico-culturale? Secondo me no, perchè in Italia continuava a rimanere una componente politica fondamentale per una democrazia compiuta. Una componente esclusa da tutto, soffocata da un pensiero comune che, trasversalmente, sapeva solo prendere da lei le distanze e condannarla senza nemmeno guardarla in faccia (per sentito dire). Sto parlando della Destra italiana. Una destra che viene da lontano ma che è una voce che in un panorama politico non può mancare, perchè altrimenti è zoppo. Berlusconi tra le sue tante "stranezze" e "stravaganze" ha fatto persino questo, legittimare politicamente la destra italiana. Da allora ne ha fatta di strada la destra, sempre sotto la lente d'ingrandimento dei tanti che la vedono con sospetto, fino in effetti a confluire in un partito che di destra non è. In questo senso il panorama politico in Italia si è normalizzato e Berlusconi ha fatto il suo ciclo, potrebbe ora anche lasciare il testimone: la sua ultima "stravaganza".

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