venerdì 17 aprile 2009

La libertà e le regole


"La legge sono io" ... frase da film americano, mi fa pensare ad una persona che ha tanto a cuore la legge da voler diventare lui stesso la legge. Oppure è solo un delirio di onnipotenza, che va contro lo stesso concetto di legge? Prendiamo ora la parola "libertà". La libertà vive di regole, perchè sono la garanzia del rispetto di quella altrui. Semplice concetto negato da "La libertà sono io". Ma chi ha mai detto una frase del genere? A parole nessuno, con i fatti direi il duro e puro conduttore Santoro. La puntata che sarebbe dovuta essere riparatrice dopo le esasperazioni (eccessive persino per lo standard di Santoro) di quella precedente, si è trasformata nell'ennesimo comizio. Questo spazio del servizio pubblico, che il conduttore sente che gli spetti per diritto divino e gli è garantito per sentenza (confermata in appello il 23 marzo), con la sua solita disinvoltura, la usato per ribadire il suo concetto di libertà. La sua libertà è far quel che vuole senza controllo; poco conta che Vauro dopo la sua ultima vignetta, veramente di cattivo gusto, era stato sospeso, le sue vignette sono state presentate ugualmente (fra l'altro un espediente finto-comito piuttosto patetico). Poco conta che un minimo di auto-critica sarebbe stata necessaria per rimanere nei limiti della decenza, lui invece no, il solo "giusto" in mondo di "ingiusti", riesce persino a prendersela con i lettori de "il giornale" definendoli "Poveretti" e trasforma la puntata in una sfida alla Rai. L'ennesima sua chicca è stata "Siamo un TG4 fatto bene"; perfetto allora lasci il servizio pubblico per una rete privata, lasci il posto a chi riesca veramente ad essere interprete del pluralismo e non porta voce di una spudorata faziosità.

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