
Sotto le due torri c'è un uomo, uno scrittore, che non è nuovo ad un certo tipo di impresa. Mi riferisco all'abilità di trasformare cose che potrebbero essere etichettate come "già viste" e confuse nella massa (e nella noia), in cose assolutamente d'eccezione, assolutamente imperdibili. Sto parlando di Carlo Lucarelli. Prendete la sua trasmissione "blu notte" in onda di tanto in tanto sulla RAI. Parla di cronaca, di delitti; ma non è quello di cui parla il punto ma è come ne parla. Trasforma quello che potrebbe scivolare nel freddo tono di un telegiornale, nel calore coinvolgente di un romanzo; romanzi che potrebbe essere scritti da illustri letterati (che cita puntualmente), ma in realtà sono scritti dalla vita.
Parliamo ora della sua ultima creatura Coliandro. Potrebbe essere l'ennesimo poliziesco, un CSI "de no altri". Invece no, dal suo cilindro Lucarelli tira fuori un personaggio difficilmente categorizzabile, un ispettore di polizia assolutamente unico. Coliandro sa essere rozzo, ignorante e politicamente scorretto (quest'ultimo tratto non necessariamente negativo). Ma quando lo si impara a conoscere nel corso della puntata, questa sua facciata viene messa in secondo piano ed emerge un personaggio corretto, che crede nel suo mestiere e dal cuore grande. Un poliziotto armato principalmente di ironia e sarcasmo che si imbatte in situazioni più grandi di lui; poi partendo da propositi spesso molto personali, finisce per diventare eroe (magari suo malgrado). Nelle indagini è sempre coadiuvato da una bella e brillante ragazza, che lui salverà e da cui verrà salvato. Una storia d'amore alla Coliandro che si ripete nuova in ogni puntata. Imperdibile.
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